Il caso Bibbiano, da scandalo nazionale a flop giudiziario. Un’analisi critica sul ruolo dei media, sulla strumentalizzazione politica e sulla necessità di una cultura garantista.
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Giustizia e informazione sotto la lente dopo le assoluzioni
Il sipario sul processo “Angeli e Demoni” di Bibbiano è calato, ma il rumore di fondo di uno dei più grandi scandali mediatico-giudiziari degli ultimi anni non si è ancora spento. La sentenza, con le sue ampie assoluzioni, ha sgretolato il castello di accuse infamanti che per mesi ha tenuto banco sulle prime pagine dei giornali e nei talk show televisivi, lasciando dietro di sé una scia di vite spezzate e una profonda riflessione sul ruolo della giustizia e dell’informazione nel nostro Paese.
Ricordiamo tutti le immagini e le parole infuocate, le accuse di “ladri di bambini” lanciate con cinismo da esponenti politici, in particolare del Movimento 5 Stelle, che su questa vicenda hanno costruito una narrazione populista e colpevolista, senza attendere il verdetto dei giudici. Un’ondata di indignazione cavalcata a fini di consenso, che ha trasformato un’inchiesta giudiziaria in un processo di piazza, con tanto di sentenze emesse in diretta social.
Oggi, di fronte a un esito processuale che smonta gran parte delle accuse, emerge con prepotenza la necessità di una seria riflessione. Da un lato, il ruolo dei media, che in troppi casi hanno abdicato al loro dovere di cronaca per inseguire il sensazionalismo, amplificando a dismisura una narrazione che si è rivelata in gran parte infondata. Dall’altro, la fragilità di una cultura giudiziaria che troppo spesso dimentica il principio fondamentale del garantismo: la presunzione di innocenza fino a prova contraria.
Il “caso Bibbiano” è una ferita ancora aperta, ma può e deve diventare un monito. Un monito per la politica, affinché non strumentalizzi la giustizia per biechi calcoli elettorali. Un monito per i media, affinché ritrovino il senso della misura e del rispetto per le persone. E un monito per tutti noi, cittadini, affinché impariamo a distinguere tra la cronaca e la propaganda, tra la giustizia e il giustizialismo.
Le lezioni del caso Bibbiano
La verità processuale ha finalmente parlato, ma il danno prodotto dalla gogna mediatica e dalla speculazione politica è incalcolabile. Ora è il momento di ricostruire, partendo dalla consapevolezza che non può esistere una società civile senza una giustizia giusta e un’informazione corretta.
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